top of page

Risonanza Magnetica con Mezzo di Contrasto: Guida Ortottica all’Interpretazione Neuro-Oftalmologica

Autore: Dylan Vella, Ortottista


Introduzione

Nel contesto ortottico, l’interpretazione delle immagini di risonanza magnetica (RM), con o senza mezzo di contrasto, riveste un ruolo cruciale nella valutazione di diplopie, strabismi acquisiti e neuropatie craniche.

Riconoscere i pattern di intensità in T1, T2 e la distribuzione del gadolinio permette all’ortottista di orientarsi tra condizioni benigne, infiammatorie, neoplastiche o vascolari, migliorando l’efficacia dell’inquadramento diagnostico multidisciplinare.

Particolarmente importante è l’analisi delle localizzazioni anatomiche lungo il decorso dei nervi cranici oculomotori (III, IV e VI), frequentemente coinvolti negli strabismi paralitici. Lesioni a carico del tronco encefalico, del seno cavernoso, della fessura orbitaria superiore o dell’orbita stessa possono essere responsabili di paralisi oculari, e la loro corretta identificazione in RM è essenziale per un’adeguata diagnosi differenziale e per guidare il successivo percorso clinico.

Questo articolo raccoglie le principali caratteristiche di segnale delle lesioni di interesse ortottico, con una particolare attenzione alle correlazioni anatomico-funzionali rilevabili tramite imaging.


🧭 Come distinguere T1, T2 e PD: il ruolo di TR e TE

Per comprendere la natura di una sequenza RM, è fondamentale conoscere due parametri tecnici fondamentali:

  • TR (Time of Repetition): il tempo tra due impulsi consecutivi di radiofrequenza

  • TE (Time of Echo): il tempo tra l’impulso RF (Radiofrequenza) e il momento in cui viene acquisito il segnale di eco


Questi due tempi determinano quali proprietà dei tessuti verranno enfatizzate nell’immagine risultante.


⏱ TR e TE: il concetto di “rilassamento”

Quando la macchina RM invia un impulso, i nuclei di idrogeno presenti nei tessuti si “eccitano” e poi ritornano gradualmente al loro stato iniziale.

Questo ritorno avviene su due assi diversi:

  1. Rilassamento longitudinale (T1) – Quanto velocemente il tessuto torna ad allinearsi con il campo magnetico

  2. Rilassamento trasversale (T2) – Quanto lentamente i nuclei perdono coerenza tra loro sul piano trasversale


🎯 La combinazione TR/TE determina il contrasto

Combinazione

Significato

Tipo di sequenza

Cosa si evidenzia meglio

🔁 TR corto + TE corto

Evidenzia il recupero T1

T1 pesata

Grasso, emorragia subacuta, anatomia

🔁 TR lungo + TE lungo

Evidenzia il decadimento T2

T2 pesata

Liquidi, edema, flogosi, tumori

🔁 TR lungo + TE corto

Annulla effetto T1 e T2

PD (Proton Density)

Quantità di protoni (utile per articolazioni, orbita, ecc.)

🔍 Pattern di intensità nelle sequenze RM

Nell’analisi ortottica delle immagini di risonanza magnetica, riconoscere il pattern di intensità di una lesione nelle diverse sequenze è fondamentale per ipotizzarne la natura.

Di seguito una guida rapida ai pattern più comuni:


🧠 Lesioni cistiche / fluide

  • Cisti semplice:

    • T1: Ipointensa

    • T2: Iperintensa

    • Post-contrast: Nessun enhancement


  • Cisti con contenuto proteico/emorragico:

    • T1: Iperintensa

    • T2: Variabile (a volte ipointensa)

    • Post-contrast: Possibile enhancement periferico se complicata


🔥 Lesioni infiammatorie / ascessi

  • Ascesso:

    • T1: Centro ipointenso

    • T2: Centro iperintenso

    • Post-contrast: Enhancement ad anello (ring enhancement), spesso spessore regolare


  • Flogosi / celluliti / flemmoni:

    • T1: Ipointense

    • T2: Iperintensa

    • Post-contrast: Enhancement diffuso e sfumato


🧀 Lesioni solide benigne

  • Meningioma:

    • T1: Iso- o leggermente iperintenso

    • T2: Iso- o leggermente iperintenso

    • Post-contrast: Intenso enhancement omogeneo + spesso segno della “dural tail”


  • Schwannoma / neurinoma:

    • T1: Iso- o ipointenso

    • T2: Iperintenso (a volte eterogeneo)

    • Post-contrast: Enhancement eterogeneo o periferico


  • Lipoma:

    • T1: Iperintenso

    • T2: Iperintenso

    • Post-contrast: Nessun enhancement (soppressione con sequenze fat-sat)


🧬 Lesioni neoplastiche maligne

  • Glioblastoma multiforme (GBM):

    • T1: Centro necrotico ipointenso, margini solidi

    • T2: Iperintenso con edema circostante

    • Post-contrast: Enhancement eterogeneo ad anello, margini irregolari


  • Metastasi:

    • T1: Ipo- o isointense

    • T2: Iperintense con edema

    • Post-contrast: Enhancement spesso multiplo, anulare o solido


🩸 Lesioni vascolari / emorragiche

  • Ematomi (dipende dalla fase):

    • Acuto: T1 iso, T2 ipointenso

    • Subacuto: T1 iper, T2 variabile (tipico l’“anello di deossiemoglobina”)

    • Cronico: T1 e T2 ipointenso (deposito emosiderinico)


  • Malformazione artero-venosa (MAV):

    • T1/T2: Serpiginose, flusso void

    • Post-contrast: Enhancement dei vasi


🧠 Lesioni demielinizzanti / infettive (es. sclerosi multipla, toxoplasmosi)

  • Placca SM attiva:

    • T1: Ipointensa (“black holes” croniche)

    • T2/FLAIR: Iperintensa

    • Post-contrast: Enhancement periferico a “C”


  • Toxoplasmosi cerebrale (in immunodepressi):

    • T1: Ipo- o iso

    • T2: Iper

    • Post-contrast: Enhancement ad anello, edema circostante


🧠 Tumori ipofisari

  • Adenoma ipofisario:

    • T1: Iso o leggermente ipointenso

    • T2: Variabile

    • Post-contrast: Enhancement eterogeneo (più lento rispetto al parenchima normale)


📍Localizzazioni anatomiche chiave nelle paralisi oculomotorie

La corretta interpretazione di una risonanza magnetica è cruciale nei casi di strabismo paralitico, dove è necessario individuare l’esatta sede della lesione lungo il decorso dei nervi cranici III, IV e VI. Di seguito sono elencate le principali localizzazioni da valutare con attenzione:


1. Tronco encefalico

  • Mesencefalo → coinvolgimento del nervo oculomotore (III)

  • Ponte → coinvolgimento del nervo abducente (VI) e nervo facciale (VII)

  • Giunzione ponto-mesencefalica → coinvolgimento del nervo trocleare (IV)

    🧠 Lesioni comuni: infarti ischemici, placche demielinizzanti, tumori gliali, cavernomi


2. Cisterna subaracnoidea (percorso cisternale dei nervi cranici)

  • I nervi III, IV e VI sono vulnerabili a compressioni da:

    • Aneurismi (es. comunicante posteriore per il III)

    • Malformazioni vascolari

    • Espansioni meningeali o infiammatorie


3. Cavernous sinus (seno cavernoso)

  • Area critica in cui passano i nervi III, IV, V1, V2 e VI + carotide interna

  • Lesioni frequenti: meningiomi, metastasi, trombosi, fistole durali

    📌 Il VI nervo è particolarmente vulnerabile per la sua posizione più mediale


4. Fessura orbitaria superiore e apice orbitario

  • Sede di passaggio dei nervi oculomotori prima dell’ingresso in orbita

  • Possibili lesioni: traumi, tumori, infiammazioni orbitarie estese


5. Muscoli extraoculari e motoneuroni periferici (orbita)

  • Miopatie (es. oftalmopatia tiroidea)

  • Infiltrazione tumorale o infiammatoria diretta dei muscoli


 
 
 

Commentaires


bottom of page