Risonanza Magnetica con Mezzo di Contrasto: Guida Ortottica all’Interpretazione Neuro-Oftalmologica
- Three Dom
- 16 mag
- Tempo di lettura: 4 min
Autore: Dylan Vella, Ortottista
Introduzione
Nel contesto ortottico, l’interpretazione delle immagini di risonanza magnetica (RM), con o senza mezzo di contrasto, riveste un ruolo cruciale nella valutazione di diplopie, strabismi acquisiti e neuropatie craniche.
Riconoscere i pattern di intensità in T1, T2 e la distribuzione del gadolinio permette all’ortottista di orientarsi tra condizioni benigne, infiammatorie, neoplastiche o vascolari, migliorando l’efficacia dell’inquadramento diagnostico multidisciplinare.
Particolarmente importante è l’analisi delle localizzazioni anatomiche lungo il decorso dei nervi cranici oculomotori (III, IV e VI), frequentemente coinvolti negli strabismi paralitici. Lesioni a carico del tronco encefalico, del seno cavernoso, della fessura orbitaria superiore o dell’orbita stessa possono essere responsabili di paralisi oculari, e la loro corretta identificazione in RM è essenziale per un’adeguata diagnosi differenziale e per guidare il successivo percorso clinico.
Questo articolo raccoglie le principali caratteristiche di segnale delle lesioni di interesse ortottico, con una particolare attenzione alle correlazioni anatomico-funzionali rilevabili tramite imaging.
🧭 Come distinguere T1, T2 e PD: il ruolo di TR e TE
Per comprendere la natura di una sequenza RM, è fondamentale conoscere due parametri tecnici fondamentali:
TR (Time of Repetition): il tempo tra due impulsi consecutivi di radiofrequenza
TE (Time of Echo): il tempo tra l’impulso RF (Radiofrequenza) e il momento in cui viene acquisito il segnale di eco
Questi due tempi determinano quali proprietà dei tessuti verranno enfatizzate nell’immagine risultante.
⏱ TR e TE: il concetto di “rilassamento”
Quando la macchina RM invia un impulso, i nuclei di idrogeno presenti nei tessuti si “eccitano” e poi ritornano gradualmente al loro stato iniziale.
Questo ritorno avviene su due assi diversi:
Rilassamento longitudinale (T1) – Quanto velocemente il tessuto torna ad allinearsi con il campo magnetico
Rilassamento trasversale (T2) – Quanto lentamente i nuclei perdono coerenza tra loro sul piano trasversale
🎯 La combinazione TR/TE determina il contrasto
Combinazione | Significato | Tipo di sequenza | Cosa si evidenzia meglio |
🔁 TR corto + TE corto | Evidenzia il recupero T1 | T1 pesata | Grasso, emorragia subacuta, anatomia |
🔁 TR lungo + TE lungo | Evidenzia il decadimento T2 | T2 pesata | Liquidi, edema, flogosi, tumori |
🔁 TR lungo + TE corto | Annulla effetto T1 e T2 | PD (Proton Density) | Quantità di protoni (utile per articolazioni, orbita, ecc.) |
🔍 Pattern di intensità nelle sequenze RM
Nell’analisi ortottica delle immagini di risonanza magnetica, riconoscere il pattern di intensità di una lesione nelle diverse sequenze è fondamentale per ipotizzarne la natura.
Di seguito una guida rapida ai pattern più comuni:
🧠 Lesioni cistiche / fluide
Cisti semplice:
T1: Ipointensa
T2: Iperintensa
Post-contrast: Nessun enhancement
Cisti con contenuto proteico/emorragico:
T1: Iperintensa
T2: Variabile (a volte ipointensa)
Post-contrast: Possibile enhancement periferico se complicata
🔥 Lesioni infiammatorie / ascessi
Ascesso:
T1: Centro ipointenso
T2: Centro iperintenso
Post-contrast: Enhancement ad anello (ring enhancement), spesso spessore regolare
Flogosi / celluliti / flemmoni:
T1: Ipointense
T2: Iperintensa
Post-contrast: Enhancement diffuso e sfumato
🧀 Lesioni solide benigne
Meningioma:
T1: Iso- o leggermente iperintenso
T2: Iso- o leggermente iperintenso
Post-contrast: Intenso enhancement omogeneo + spesso segno della “dural tail”
Schwannoma / neurinoma:
T1: Iso- o ipointenso
T2: Iperintenso (a volte eterogeneo)
Post-contrast: Enhancement eterogeneo o periferico
Lipoma:
T1: Iperintenso
T2: Iperintenso
Post-contrast: Nessun enhancement (soppressione con sequenze fat-sat)
🧬 Lesioni neoplastiche maligne
Glioblastoma multiforme (GBM):
T1: Centro necrotico ipointenso, margini solidi
T2: Iperintenso con edema circostante
Post-contrast: Enhancement eterogeneo ad anello, margini irregolari
Metastasi:
T1: Ipo- o isointense
T2: Iperintense con edema
Post-contrast: Enhancement spesso multiplo, anulare o solido
🩸 Lesioni vascolari / emorragiche
Ematomi (dipende dalla fase):
Acuto: T1 iso, T2 ipointenso
Subacuto: T1 iper, T2 variabile (tipico l’“anello di deossiemoglobina”)
Cronico: T1 e T2 ipointenso (deposito emosiderinico)
Malformazione artero-venosa (MAV):
T1/T2: Serpiginose, flusso void
Post-contrast: Enhancement dei vasi
🧠 Lesioni demielinizzanti / infettive (es. sclerosi multipla, toxoplasmosi)
Placca SM attiva:
T1: Ipointensa (“black holes” croniche)
T2/FLAIR: Iperintensa
Post-contrast: Enhancement periferico a “C”
Toxoplasmosi cerebrale (in immunodepressi):
T1: Ipo- o iso
T2: Iper
Post-contrast: Enhancement ad anello, edema circostante
🧠 Tumori ipofisari
Adenoma ipofisario:
T1: Iso o leggermente ipointenso
T2: Variabile
Post-contrast: Enhancement eterogeneo (più lento rispetto al parenchima normale)
📍Localizzazioni anatomiche chiave nelle paralisi oculomotorie
La corretta interpretazione di una risonanza magnetica è cruciale nei casi di strabismo paralitico, dove è necessario individuare l’esatta sede della lesione lungo il decorso dei nervi cranici III, IV e VI. Di seguito sono elencate le principali localizzazioni da valutare con attenzione:
1. Tronco encefalico
Mesencefalo → coinvolgimento del nervo oculomotore (III)
Ponte → coinvolgimento del nervo abducente (VI) e nervo facciale (VII)
Giunzione ponto-mesencefalica → coinvolgimento del nervo trocleare (IV)
🧠 Lesioni comuni: infarti ischemici, placche demielinizzanti, tumori gliali, cavernomi
2. Cisterna subaracnoidea (percorso cisternale dei nervi cranici)
I nervi III, IV e VI sono vulnerabili a compressioni da:
Aneurismi (es. comunicante posteriore per il III)
Malformazioni vascolari
Espansioni meningeali o infiammatorie
3. Cavernous sinus (seno cavernoso)
Area critica in cui passano i nervi III, IV, V1, V2 e VI + carotide interna
Lesioni frequenti: meningiomi, metastasi, trombosi, fistole durali
📌 Il VI nervo è particolarmente vulnerabile per la sua posizione più mediale
4. Fessura orbitaria superiore e apice orbitario
Sede di passaggio dei nervi oculomotori prima dell’ingresso in orbita
Possibili lesioni: traumi, tumori, infiammazioni orbitarie estese
5. Muscoli extraoculari e motoneuroni periferici (orbita)
Miopatie (es. oftalmopatia tiroidea)
Infiltrazione tumorale o infiammatoria diretta dei muscoli

Commentaires